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Eleven sound explorations composed using 99,9% sinewaves and white noise.

PS006 (2005) | download

Vital Weekly
Mugen is one Alessandro Canova, who releases his own Pachinkostudio label. To date he six releases on offer, of which '[/end]' is the latest. He works with a limited set of soundsources: sine waves and white noise. That may sound a bit too much like Ryoji Ikeda, and yes, Mugen seems inspired by especially the 'Matrix' release of Ikeda, but luckily enough he finds enough ways of his own to create something that may indeed not be top-new and innovative, but nevertheless he has a couple of interesting pieces to offer. Maybe eleven is a bit too much, even when the tracks are rather concise, but sometimes the pieces are a bit ambient, hoovering in various frequencies available in his sine-waves, but there are also pieces of rhythm, and here Mugen seems to expand his ears to the world of minimal techno, such as in '[/dub]', which seems to be a pastiche of Pan Sonic rhythms and Ikeda sine waves. Mugen's sound might be a bit too late, but a couple of years ago it would have fitted nicely along the microwave tag - which nobody uses anymore, so that might be a bit of a dead-end. However, he presents enough variation in his pieces to make '[/end]' a very nice CDR indeed.

Sands-zine
Se l’estetica della confezione può essere indicativa di affinità elettive, e credo lo sia, allora di fronte a questo CD non è dato pensare che alla Raster Noton, e a quel mondo di microsuoni, onde sinusoidali e minimal techno che ha fatto la fortuna dell’etichetta tedesca. L’ascolto, e le vicende passate di Alessandro Canova (in arte Mugen), confermano questo dato di fatto. “[/end]” giunge dopo un periodo di intensa attività, e ricco di soddisfazioni, con le esibizioni a Londra per “The New Italian Futurists” e a Parigi per “Batofar cherche l'Italie”, entrambe nel 2002, e dopo la lunga permanenza in Giappone dell’anno seguente. L’esperienza giapponese dev’essere stata quanto mai stimolante, vista l’importanza che l’arcipelago del ‘sol levante’ riveste per l’artista – importanza individuabile in ogni sua espressione: nel nome che si è imposto come in quello scelto per designare il suo sito web.
Caratterizzato da titoli a volte intelligibili e altre ben chiari, il CD rappresenta un viaggio volto a riproporre il mood minimale del musicista, fatto di sibili, ronzii e sottili tessiture ritmiche, garantito in una sua purezza quasi priva di scorie (99,9% sinewaves + white noise). Le undici tracce del CD - o installazioni audio/sonorizzazioni, secondo la definizione dello stesso Canova – rappresentano altrettante variazioni sul medesimo tema, a dimostrazione di come le permutazioni, pur all’interno di un approccio estremamente minimale, possano essere infinite. Va anche notato l’emergere di un certo savoir-faire, certamente estraneo alle precedenti produzioni, che denota un ulteriore passo avanti verso la maturità definitiva (al lettore dare al termine la valenza che preferisce: positiva o negativa).
Direi che il Mugen tornato dal ‘pellegrinaggio’ in Oriente è più determinato e più rifinito, in definitiva più attento sia ai particolari sia al risultato complessivo, e vedo “[/end]” come un traguardo importante, lo stesso Canova ne parla come della ‘fine di un periodo’, ma anche come un inizio volto al raggiungimento di nuovi obiettivi. D’altronde basta invertire la programmazione dei brani e il gioco è fatto.